“Il ritratto della salute. Una vittoria sul cancro, un viaggio oltre la malattia”

L’associazione onlus “La Voce del Cuore per la Chirurgia” con il patrocinio del Comune di Tolentino, della Commissione consiliare Pari Opportunità, la Pro Loco TCT, della Consulta delle Donne, organizza per venerdì 15 maggio, alle ore 21, all’Auditorium San Giacomo (ex-chiesa della Carità) “Il ritratto della salute” un monologo di Chiara Stoppa con la regia di Mattia Fabris, già trasmesso dal programma televisivo “Invasioni Barbariche” con Daria Brignardi, che racconta la vittoria sul cancro un viaggio oltre la malattia. A conclusione seguirà il dibattito con il pubblico, conduce Barbara Olmai. L’evento è aperto a tutti e gratuito.

L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dal Sindaco Giuseppe Pezzanesi, dalla Presidente dell’Associazione onlus “La Voce del Cuore per la Chirurgia” Gabriella Accoramboni, dalle componenti della Commissione consiliare Pari Opportunità Assessore Orietta Leonori, Consiglieri comunalali Loredana Riccio e Giuliana Salvucci e dalle componenti della Consulta delle Donne Solidea Vitali, Lucia Gentili, Barbara Olmai, Carla Passacantando. Era presente anche il Consigliere delegato alla Cultura Alessandro Massi.

Un lavoro corale – è stato detto – consente di promuovere questo importante evento che vuole sottolineare l’attenzione dell’opinione pubblica, mediante uno spettacolo, su quanto sia importante la propria forza di volontà per affrontare, magari anche con un sorriso, le malattie e le avversità della vita. Sono argomenti seri, situazioni drammatiche che vanno fronteggiate con la giusta chiave di lettura. Tutti – è stato ripetuto – dobbiamo imparare da questi incontri.

Chiara Stoppa è un’attrice, ha 35 anni e quando ne aveva 26 si e ammalata di tumore. Le era stato detto che faceva parte di quel 20% di persone che non guariscono. Dopo quattro cicli di chemioterapia e radioterapia invece ce I’ha fatta. Da quell’esperienza ha tratto un monologo, scritto con Mattia Fabris, in cui racconta il suo vissuto con la malattia, le terapie, il dolore e gli episodi comici che le sono capitati nel frattempo. Non vuole chiamarla “lotta”, perchè nella lotta c’e chi perde e chi vince, e invece, dice lei, “la guarigione, o la morte, e una cosa che ti accade o che non ti accade”. Non ci sono “perdenti” perchè non ci sono colpe, mentre sono tante le cose da raccontare, e sono diversi i modi per raccontarle.

Oggi da quella esperienza e nato, oltre allo spettacolo teatrale, anche un libro dal titolo “II ritratto della salute” edito da Mondadori. “La Bottega del Libro” di Tolentino sarà presente per la vendita

del libro presso I’Auditorium San Giacomo.

 

Scrive l’autrice e interprete dello spettacolo Chiara Stoppa

«Chissa com’e essere malati? Malati di tumore? Un giorno me lo chiesi. E poi…Quando i medici mi dissero che avevo pochi mesi di vita, iniziai a pensare a cosa dire ai miei amici, alle persone a me care, per un degno saluto. Poi decisi che era meglio alzarsi dal letto, era meglio stare meglio, era meglio vivere no?

E… ad ogni modo, ora, dopo molto più che pochi mesi, sono qui. In piedi, con una storia da raccontare. E sono qui per questo. Dopo la mia guarigione, la gente mi cercava. Amici e sconosciuti. Mi chiamavano. Volevano sapere. Conoscere la mia storia. Che non e molto diversa da quella di altri. Ma unica in quanto personale. Ho incontrato molte persone. Ho parlato con loro. Ai tavolini di un bar. Per strada. AI parco. Parlavo. Raccontavo. Di me. Con la difficoltà di ripetere ogni volta la mia storia. Ma intravedendo negli occhi degli altri la luce della speranza. Si sentivano capiti, protetti, ascoltati. E così ogni volta che mi cercavano, ripetevo, parlavo, raccontavo. Ma non e poi questo il mio lavoro?

Faccio I’attrice. Racconto e faccio vivere ogni volta una storia. Questa volta e semplicemente la mia storia. II problema di scriverla e stato superato aspettando la persona giusta. Mattia Fabris, amico e compagno della compagnia ATIR mi lesse alcune cose scritte da lui. Belle. Divertenti. Mi accendevano la fantasia. Gli parlai e accetto questa sfida. Darmi una voce scritta. Capire come raccontare e cosa raccontare della mia storia. Che vuole parlare a tutti. Scriverla per portarla in giro con me. Incontrare Ie persone. Tramite il teatro, che e il tempio dell’incontro. Nessun elisir di lunga vita, nessuna formula magica. Solo una ragazza di 25 anni che affronta una malattia. E quando Ie dicono che sta per morire decide di affrontare se stessa. La malattia come passaggio. Come un viaggio in una terra lontana. Un viaggio dal quale a volte si torna indietro. Almeno per me e stato così e, come scrive Carver in una sua poesia: “…e che te ne sono grata, capisci? E te lo volevo dire”.

Contenuto inserito il 07/05/2015
voce del cuore per la chirurgia

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Autore Ufficio Stampa

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