FAQ – Covid-19, domande e risposte

Quali sono le misure di contenimento previste in Italia?

Il Decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 delinea il quadro delle misure della cosiddetta “fase due” che si applicano dal 18 maggio al 31 luglio 2020. Con il DPCM 17 maggio 2020 sono state definite le misure di prevenzione e contenimento per la convivenza con il coronavirus durante la ripresa delle attività produttive, commerciali e sociali.

Scarica

Per approfondire

Consulta

  1. Quali negozi e servizi sono aperti?

A partire dal 18 maggio riprendono le attività economiche, produttive e sociali, nel rispetto di protocolli o di linee guida idonei a prevenire o ridurre contagi.
Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale.
In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, accertato secondo i criteri stabiliti dal Decreto del ministro della salute del 30 aprile 2020 la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive.

Restano chiusi:

  • gli impianti nei comprensori sciistici
  • le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo
  • le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso
  • le fiere e i congressi
  • le attività di centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza)
  • le attività dei centri culturali e dei centri sociali.

 

3.

È consentito spostarsi sul territorio nazionale?

Il Decreto legge 16 maggio 2020, n. 33 ha così regolamentato gli spostamenti sul territorio nazionale a decorrere dal 18 maggio:

  • Spostamenti nella Regione
    A decorrere dal 18 maggio 2020, cessano di avere effetto tutte le misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale. Tali misure possono essere adottate o reiterate solo con riferimento a specifiche aree del territorio interessate da particolare aggravamento della situazione epidemiologica.
  • Spostamenti tra Regioni dal 18 maggio al 2 giugno
    Fino al 2 giugno 2020 sono vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
  • Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno
    A decorrere dal 3 giugno 2020, sono consentiti gli spostamenti fra regioni. Gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in queste aree.
    Si consiglia di contattare il numero verde regionale dedicato all’emergenza COVID-19 per la specifica Regione per ulteriori informazioni, anche inerenti all’eventuale necessità, in caso di rientro, di quarantena e isolamento fiduciario.

Scarica

4.

Cosa si raccomanda ai cittadini italiani?

Divieti

  • È fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone con infezione respiratoria caratterizzata da febbre (maggiore di 37,5° C), che dovranno contattare il proprio medico curante
  • È vietato l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
  • È fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria
  • Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati.
  • È sospesa ogni attività convegnistica o congressuale.

Attività consentite con limitazioni

  • È consentito l’accesso ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici, condizionato al rigoroso rispetto del divieto di assembramento, nonché della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; è consentito l’accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto.
  • È consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti.
  • Sono consentite le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse. I soli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione a competizioni di livello nazionale ed internazionale, possono spostarsi da una regione all’altra, previa convocazione della federazione di appartenenza.
  • È consentito o svolgimento delle manifestazioni pubbliche, soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento.
  • È assicurata l’apertura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e dei flussi di visitatori, con accesso contingentato evitando assembramenti di persone facendo rispettare la distanza tra i visitatori di almeno un metro.
  • È consentito l’accesso ai luoghi di culto, evitando assembramenti di persone e tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, che devono garantire la distanza tra i frequentatori di almeno un metro.
  • Sono permesse le funzioni religiose con la partecipazione di persone, nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.
  • Sono consentite le attività didattiche svolte con modalità a distanza.
  • Riprendono dal 20 maggio 2020i corsi abilitanti e le prove teoriche e pratiche effettuate dagli uffici della motorizzazione civile e dalle autoscuole.
  • Sono consentite dal 25 maggio 2020l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, oppure presso altre strutture, dove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo, attraverso l’esercizio fisico, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento.
  • Sono consentiti dal 15 giugno 2020gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto con posti a sedere preassegnati e distanziati, assicurando il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale sia per gli spettatori, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Le Regioni e le Province autonome possono stabilire una diversa data, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori.

Si raccomanda, inoltre, il rispetto di semplici raccomandazioni per la prevenzione.

5.

Che cosa indicano i valori R0 e Rt?

Il valore R0 (si legge R con zero), ovvero il “numero di riproduzione di base”, indica il numero medio di infezioni direttamente provocate da ciascun individuo infetto all’inizio dell’epidemia e in assenza di misure di contenimento. Se R0 è 2 significa che in media ogni contagiato infetterà due persone, se è 3 ne contagerà 3, ciascuno dei quali contagerà a sua volta lo stesso numero di persone.
Maggiore è il valore di R0 e più elevato è il rischio di diffusione del virus.
Se R0 è minore di 1 (cioè ogni infettato contagia meno di una persona), significa che l’infezione tenderà a estinguersi naturalmente perché diminuirà progressivamente il numero dei contagiati.

Rt (si legge R con t) è l’espressione dello stesso indice in un dato momento dell’epidemia in funzione delle misure di contenimento adottate.
Quanto più Rt sarà vicino a zero, tanto più rapida sarà l’eliminazione dell’infezione nella popolazione.
Rt permette di misurare l’efficacia degli eventuali interventi di prevenzione e restrizione adottati per limitare e contrastare la diffusione della malattia.

6.

In caso di sintomi o dubbi a chi mi posso rivolgere?

In caso di sintomi o dubbi, rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale.

Altri numeri utili

Guarda

  1. È possibile ricevere la ricetta del proprio medico curante via mail o con messaggio sul cellulare?

Sì. Con l’Ordinanza del 19 Marzo 2020 è consentito ottenere dal proprio medico curante il “Numero di Ricetta Elettronica” senza più la necessità di ritirare fisicamente il promemoria cartaceo. Si tratta di un’ulteriore misura per limitare la circolazione dei cittadini e arrestare i contagi da nuovo coronavirus. Con la circolare del 14 maggio 2020 è consentito l’uso della ricetta elettronica anche per i medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope e dei medicinali per la terapia del dolore.

Il medico può:

  • trasmettere il promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica certificata (PEC) o elettronica ordinaria (PEO);
  • comunicare il Numero di Ricetta Elettronica tramite comunicazione telefonica o SMS o applicazioni che consentano lo scambio di messaggi e immagini.

Il farmacista, una volta acquisito il Numero di Ricetta Elettronica e il codice fiscale riportato sulla Tessera Sanitaria dell’assistito, provvede all’erogazione del farmaco richiesto.

8.

Con le misure restrittive nazionali sono state sospese le attività dei centri anti-violenza per le donne?

 

No. Le donne vittima di violenza e stalking non devono sentirsi sole, possono raggiungere il centro antiviolenza più vicino e possono chiamare per aiuto e assistenza il numero gratuito 1522, attivo 24 ore.

9.

Sono una persona sorda a chi posso rivolgermi per avere informazioni?

La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute pubblicano tutti gli aggiornamenti relativi al nuovo Coronavirus sul sitowww.salute.gov.it/nuovocoronavirus.

L’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, pubblica aggiornamenti specifici relativi alle norme che riguardano le persone con disabilità sul sito:

Oltre alle risposte alle domande più frequenti sulle misure adottate dal Governo che riguardano le persone con disabilità e le loro famiglie, sul sito è possibile trovare anche i vademecum del Ministero della Salute in forma accessibile.

I bollettini del Dipartimento di Protezione Civile sono disponibili, anche in versione LIS (Lingua dei Segni Italiana) sul canale YouTube del Dipartimento.  Gli estratti dei bollettini sono disponibili, in forma scritta, sul sito del Dipartimento.

Consulta:

10.

Dove posso trovare informazioni sulle misure previste per le persone con disabilità?

La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute pubblicano tutti gli aggiornamenti relativi al nuovo Coronavirus sul sito del Ministero della salute, dedicato al Nuovo coronavirus.

 

L’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, pubblica aggiornamenti specifici relativi alle norme che riguardano le persone con disabilità sul sito Nuovo Coronavirus: domande frequenti sulle misure per le persone con disabilità.

Oltre alle risposte alle domande più frequenti sulle misure adottate dal Governo che riguardano le persone con disabilità e le loro famiglie, sul sito è possibile trovare anche i vademecum del Ministero della Salute in forma accessibile.

 

I bollettini del Dipartimento di Protezione Civile sono disponibili, anche in versione LIS (Lingua dei Segni Italiana) sul canale YouTube del Dipartimento. Gli estratti dei bollettini sono disponibili, in forma scritta, sul sito del Dipartimento.

11.

Vorrei fare una donazione per dare il mio contributo durante quest’emergenza nazionale, a chi posso rivolgermi?

Il sito della Protezione civile ha aperto un conto corrente bancario dedicato all’emergenza da Nuovo coronavirus.

Troverai le informazioni alla pagina Emergenza coronavirus: attivato il conto corrente per le donazioni

Altrimenti puoi fare una donazione al fondo di sostegno economico dedicato ai familiari dei sanitari deceduti per fronteggiare l’emergenza Covid-19 istituito dalla Protezione Civile. Le donazioni possono essere effettuate tramite bonifico sia dall’Italia sia dall’estero.

Informazioni alla pagina Coronavirus, fondo per i parenti dei sanitari deceduti

Per ulteriori indicazioni:

  1. Che cos’è un Coronavirus?

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico. La sottofamiglia Orthocoronavirinae della famiglia Coronaviridae è classificata in quattro generi di coronavirus (CoV): Alpha-, Beta-, Delta- e Gamma-coronavirus. Il genere del betacoronavirus è ulteriormente separato in cinque sottogeneri (tra i quali il Sarbecovirus).

I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.

Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo:

  • Coronavirus umani comuni: HCoV-OC43 e HCoV-HKU1 (Betacoronavirus)e HCoV-229E e HCoV-NL63 (Alphacoronavirus); essi possono causare raffreddori comuni ma anche gravi infezioni del tratto respiratorio inferiore
  • altri Coronavirus umani (Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2).

13.

Che cos’è un nuovo Coronavirus?

Un nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.

  1. Cosa è il SARS-Cov-2?

Il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato “Sindrome Respiratoria Acuta Grave-CoronaVirus-2” (SARS-CoV-2). Lo ha comunicato l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus (ovvero specie, genere, famiglia, ecc.). A indicare il nome un gruppo di esperti incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di scienziati il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

  1. Cosa è la COVID-19?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato l’11 febbraio 2020 il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus.

  1. Il nuovo Coronavirus è lo stesso della SARS?

No, il nuovo Coronavirus (ora denominato SARS-CoV-2 e già denominato 2019-nCoV) appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS) ma non è lo stesso virus.

Il nuovo Coronavirus, responsabile della malattia respiratoria ora denominata COVID-19, è strettamente correlato al SARS-CoV e si classifica geneticamente all’interno del sottogenere Betacoronavirus Sarbecovirus.

  1. Perché è comparso il nuovo coronavirus? (FONTE: ISS)

La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato spill over o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la fonte dell’infezione.

18.

La fonte del coronavirus che provoca COVID-19 è conosciuta? (FONTE: OMS)

Ad oggi, la fonte di SARS-CoV-2, il coronavirus che provoca COVID-19, non è conosciuta. Le evidenze disponibili suggeriscono che SARS-CoV-2 abbia un’origine animale e che non sia un virus costruito. Molto probabilmente il reservoir ecologico di SARS-CoV-2 risiede nei pipistrelli. SARS-CoV-2 appartiene a un gruppo di virus geneticamente correlati, tra cui SARS-CoV (il coronavirus che provoca SARS) e una serie di altri coronavirus, isolati da popolazioni di pipistrelli.

  1. Quali sono i sintomi di una persona con COVID-19?

I sintomi più comuni di Covid-19 sono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Recentemente, l’anosmia/iposmia (perdita /diminuzione dell’olfatto), e in alcuni casi l’ageusia (perdita del gusto) sono state segnalate come sintomi legati all’infezione da Covid-19. I dati provenienti dalla Corea del Sud, dalla Cina e dall’Italia mostrano che in alcuni casi i pazienti con infezione confermata da SARS-CoV-2 hanno sviluppato anosmia/iposmia in assenza di altri sintomi.

  1. Quanto è pericoloso il nuovo virus?

Alcune persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo. Generalmente i sintomi sono lievi, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti, e a inizio lento. Circa 1 persona su 5 con COVID-19 si ammala gravemente e presenta difficoltà respiratorie, richiedendo il ricovero in ambiente ospedaliero.

  1. Quali sono le persone più a rischio di presentare forme gravi di malattia?

Le persone anziane e quelle con patologie pre-esistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori, trapiantati) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.

  1. Quali sono le raccomandazioni per le persone più a rischio?

A tutte le persone anziane o affette da una o più patologie croniche o con stati di immunodepressione congenita o acquisita, è raccomandato di non uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

  1. Quanto dura il periodo di incubazione?

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

24.

I Coronavirus e il nuovo Coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona?

Sì, alcuni Coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario.

Anche il nuovo Coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19 può essere trasmesso da persona a persona tramite un contatto stretto con un caso probabile o confermato.

  1. Come si trasmette il nuovo Coronavirus da persona a persona?

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le  goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo
  • contatti diretti personali
  • le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi

In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.

Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.

Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.

26.

Il nuovo coronavirus può essere trasmesso dalle zanzare?

Ad oggi non esiste alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso zecche, zanzare o altri insetti, che invece possono veicolare altri tipi di virus (arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse da Covid-19, come ad esempio dengue e febbre gialla.
Allo stato attuale inoltre non esistono dati che suggeriscano che altri coronavirus della stessa famiglia di SARS-CoV-2 (come ad esempio i virus della SARS e della MERS) possano essere trasmessi dalle zanzare. Appare pertanto un’ipotesi estremamente improbabile.

  1. Quale è la definizione di contatto stretto? (fonte ECDC)

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie definisce contatto stretto:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
  • un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
  • una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).

Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima o dopo la manifestazione della malattia nel caso in esame.

  1. Come gestire un contatto stretto di un caso confermato di COVID-19?

Sulla base delle Ordinanze ministeriali, le Autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per quattordici giorni.

29.

L’infezione da nuovo Coronavirus può essere contratta da un caso che non presenta sintomi (asintomatico)? (Fonte: ISS)

La principale via di trasmissione del virus, secondo l’OMS, in base ai dati attuali disponibili, avviene attraverso il contatto stretto con persone sintomatiche. È ritenuto possibile che persone nelle fasi prodromiche della malattia, e quindi con sintomi assenti o molto lievi, possano trasmettere il virus.

  1. Chi è più a rischio di contrarre l’infezione?

Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus oppure persone che rispondono ai criteri di contatto stretto con un caso confermato o probabile di COVID-19.

Le aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus sono quelle in cui è presente la trasmissione locale di SARS-CoV-2, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Queste vanno differenziate dalle aree nelle quali sono presenti solo casi importati.

  1. Gli operatori sanitari sono a rischio a causa di un nuovo Coronavirus?

Sì, poiché entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale.

Vai alla pagina Covid-19 – Raccomandazioni per gli operatori sanitari

  1. Quando si può dichiarare guarito un caso confermato di COVID-19?

Il paziente guarito è colui il quale risolve i sintomi dell’infezione da Covid-19 (febbre, rinite, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, polmonite) e che risulta negativo in due tamponi consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2.

  1. Quanto tempo sopravvive il nuovo Coronavirus sulle superfici?

Le informazioni preliminari suggeriscono che il virus possa sopravvivere alcune ore, anche se è ancora in fase di studio.
L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) o a base di cloro (candeggina).
Ricorda di disinfettare sempre gli oggetti che usi frequentemente (il tuo telefono cellulare, gli auricolari o un microfono) con un panno inumidito con prodotti a base di alcol o candeggina (tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore). (Fonte: ISS)

  1. Quali sono le regole per la disinfezione / lavaggio delle mani?

Il lavaggio delle mani ha lo scopo di garantire un’adeguata pulizia e igiene delle mani attraverso un’azione meccanica.

Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone. In assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani a base alcolica.
Se si usa il sapone è importante frizionare le mani per almeno 60 secondi.
Se il sapone non è disponibile usare una soluzione idroalcolica per almeno 20-30 secondi.
I prodotti reperibili in commercio per la disinfezione delle mani in assenza di acqua e sapone (presidi medico-chirurgici e biocidi autorizzati con azione microbicida) vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci.

È importante lavarsi le mani:

Prima

  • di toccarsi occhi/naso/bocca (per es. per fumare, lavare i denti, etc.)
  • di mangiare
  • di assumere farmaci o somministrare farmaci ad altri

Prima e dopo

  • aver maneggiato alimenti, soprattutto se crudi
  • aver usato i servizi igienici,
  • aver medicato o toccato una ferita
  • aver cambiato il pannolino di un bambino
  • aver toccato una persona malata
  • aver toccato un animale

Dopo

  • aver frequentato luoghi pubblici (negozio, ambulatorio, stazione, palestra, scuola, cinema, bus, ufficio, etc.) e, in generale, appena si rientra in casa
  • aver maneggiato la spazzatura
  • aver utilizzato soldi
  • aver toccato altre persone.

È buona abitudine, inoltre, tossire/starnutire nella piega del gomito, per evitare di contaminare le mani con cui successivamente si possono trasmettere i propri microrganismi (toccando ad esempio il cellulare, la maniglia di una porta, etc.).
Infine, si raccomanda di utilizzare fazzoletti monouso per soffiare il naso, possibilmente eco-sostenibili, e di smaltirli nei rifiuti, e lavarsi le mani, subito dopo l’uso.

35.

È necessaria una pulizia delle strade con disinfettanti (es. ipoclorito)?

Non ci sono evidenze che le superfici calpestabili siano coinvolte nella trasmissione del virus. Inoltre l’uso di ipoclorito di sodio potrebbe portare ad un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente. Resta consigliata l’ordinaria pulizia delle strade con saponi/detergenti convenzionali.

36.

È sicuro ricevere pacchi dai Paesi in cui sono presenti casi di COVID-19?

Sì. L’OMS ha dichiarato che la probabilità che una persona infetta contamini le merci è bassa e che anche il rischio di contrarre il nuovo virus da un pacco che è stato esposto a condizioni e temperature diverse è basso.

  1. Le persone possono contrarre l’infezione da nuovo Coronavirus dagli animali?

Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli esseri umani e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli esseri umani. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più Coronavirus.

La fonte animale del nuovo Coronavirus non è stata ancora identificata. Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati da una fonte animale.

38.

Posso contrarre l’infezione dal mio animale da compagnia?

Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione.

Si raccomanda di lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche prima e dopo essere stati a contatto con gli animali, con la lettiera o la scodella del cibo.

39.

Quali sono gli accorgimenti da attuare al ritorno della passeggiata con il mio cane?

Al ritorno dalle passeggiate, per proteggere il nostro amico è opportuno sempre provvedere alla sua igiene, pulire soprattutto le zampe evitando prodotti aggressivi e quelli a base alcolica che possono indurre fenomeni irritativi, provocando prurito e usando invece prodotti senza aggiunta di profumo (es. acqua e sapone neutro). Per il mantello si consiglia di spazzolarlo e poi passare un panno umido.

40.

Se il mio animale sta male, a chi posso rivolgermi?

L’assistenza veterinaria rientra tra i servizi essenziali previsti dalla recente normativa. Rivolgerti al tuo veterinario che ti indicherà le misure da adottare per portare il tuo animale in clinica o ambulatorio.

41.

Devo cambiare l’alimentazione del mio animale domestico?

Si consiglia di non variare l’alimentazione.

  1. Sono possibili importazioni di animali o di prodotti di origine animale dalla Cina?

A causa della presenza di alcune malattie degli animali contagiose in Cina, solo pochi animali vivi e prodotti animali non trasformati sono autorizzati per l’importazione nell’Unione europea dalla Cina.

Non vi è alcuna prova che uno qualsiasi degli animali, o dei prodotti di origine animale, autorizzati all’entrata nell’Unione europea rappresenti un rischio per la salute dei cittadini dell’UE a causa della presenza di SARS-CoV-2 in Cina.

  1. Il virus si tramette per via alimentare?

Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto tra alimenti crudi e cotti.

È sicuro bere l’acqua del rubinetto, infatti le pratiche di depurazione sono efficaci nell’abbattimento dei virus, insieme a condizioni ambientali che compromettono la vitalità dei virus (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati) ed alla fase finale di disinfezione. (Fonte: ISS)

  1. È possibile importare prodotti alimentari dalla Cina?

Come per le importazioni di animali e prodotti di origine animale, a causa della situazione sanitaria degli animali in Cina, solo pochi prodotti alimentari di origine animale sono autorizzati per l’importazione nell’UE dalla Cina, a condizione che soddisfino rigorosi requisiti sanitari e siano stati sottoposti a controlli.

Per gli stessi motivi, i viaggiatori che entrano nel territorio doganale dell’UE non sono autorizzati a trasportare nel bagaglio carne, prodotti a base di carne, latte o prodotti lattiero-caseari.

  1. Esiste un vaccino per un nuovo Coronavirus?

No, essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino e per realizzarne uno ad hoc i tempi possono essere anche relativamente lunghi (si stima 12-18 mesi).

  1. Sono protetto da COVID-19 se quest’anno ho fatto il vaccino antinfluenzale?

L’influenza e il virus che causa COVID-19 sono due virus diversi e il vaccino contro l’influenza stagionale non protegge da COVID-19.
La vaccinazione anti-influenzale è fortemente raccomandata perché rende la diagnosi differenziale (cioè la distinzione tra le due infezioni), più facile e più rapida, portando più precocemente all’isolamento di eventuali casi di coronavirus.

47.

Il vaccino contro la tubercolosi (TBC) è protettivo nei confronti di COVID-19?

Allo stato attuale non esistono evidenze scientifiche che il vaccino contro la tubercolosi (TBC), possa fornire protezione contro il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). Questo vaccino resta indicato in particolari categorie di popolazione a rischio per queste infezioni.

  1. È necessario continuare con le normali attività di vaccinazione previste dal calendario vaccinale?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è essenziale mantenere gli appuntamenti vaccinali, soprattutto per le vaccinazioni di routine. Durante gli appuntamenti vaccinali, si raccomanda di osservare le misure di prevenzione per COVID-19.

  1. Cosa posso fare per proteggermi?

Mantieniti informato sulla diffusione della pandemia, disponibile sul sito dell’OMS e sul sito del ministero.

Ecco le misure da adottare:

  • ​Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani
  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
  • Evitare abbracci e strette di mano
  • Mantenere, nei contatti sociali, una distanza interpersonale di almeno un metro
  • Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce
  • Starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie
  • Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
  • Non assumere farmaci antivirali e antibiotici, se non prescritti dal medico
  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
  • È fortemente raccomandato, in tutti i contatti sociali, di utilizzare protezioni delle vie respiratorie (mascherine) come misura aggiuntiva alle altre misure di protezione individuale igienico-sanitarie.

Se si presentano febbre, tosse o difficoltà respiratorie e si sospetta di essere stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria Covid-19:

  • restare in casa, non recarsi al pronto soccorso o presso gli studi medici ma telefonare al medico di famiglia, al pediatra o alla guardia medica, oppure chiamare il numero verde Utilizzare i numeri di emergenza 112/118 solo in caso di peggioramento dei sintomi o difficoltà respiratoria.

Vedi anche la sezione Viaggi.

50.

Quali sono le raccomandazioni per le persone in isolamento domiciliare con sospetta o confermata COVID-19?

  • La persona con sospetta o confermata COVID-19 deve stare lontanadagli altri familiari, se possibile in una stanza singola ben ventilata, non deve uscire ne’ ricevere visite.
  • La persona malata deve riposare, bere molti liquidi e mangiare cibo nutriente, indossare una mascherina chirurgica da cambiare ogni giorno. Se non la tollera deve adottare una rigorosa igiene respiratoria: coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta monouso quando tossisce o starnutisce e gettarlo immediatamente o lavarlo dopo l’uso, lavare le mani con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica.
  1. Cosa bisogna fare al termine dell’isolamento fiduciario per rientrare al lavoro?

Al termine del periodo di isolamento fiduciario, se non sono comparsi sintomi, la persona può rientrare al lavoro ed il periodo di assenza risulta coperto dal certificato emesso all’inizio del periodo di isolamento.

Qualora durante il periodo di isolamento fiduciario la persona dovesse sviluppare sintomi, il Dipartimento di Sanità Pubblica, che si occupa della sorveglianza sanitaria, provvederà all’esecuzione del tampone per la ricerca di SARS-CoV-2. In caso di esito positivo dello stesso bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). A quel punto verranno effettuati due tamponi di conferma di avvenuta guarigione a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà tornare a lavoro, altrimenti proseguirà  l’isolamento fiduciario.

52.

Quali sono le raccomandazioni per i familiari che assistono persone in isolamento domiciliare per sospetta o confermata COVID-19?

  • La persona che presta assistenza al malato Covid-19 deve essere in buona salute, non avere malattie che lo mettano a rischio, indossare una mascherina chirurgica accuratamente posizionata sul viso quando si trova nella stessa stanza del  malato.
  • Le mani vanno accuratamente lavate con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica dopo ogni contatto con il malato o con il suo ambiente circostante, prima e dopo aver preparato il cibo, prima di mangiare, dopo aver usato il bagno e ogni volta che le mani appaiono sporche.
  • Stoviglie, posate, asciugamani e lenzuola devono essere dedicate esclusivamente alla persona malata. Devono essere lavate spesso con acqua e detersivo a 60-90 °C.
  • Le superfici toccate frequentemente dalla persona malata devono essere pulite e disinfettate ogni giorno.
  • Se la persona malata peggiora o ha difficoltà respiratorie chiamare immediatamente il 112/118.

53.

Quando bisogna indossare la mascherina?

A partire dal 4 maggio 2020, ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza.

Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ed i soggetti che interagiscono con i predetti.

L’obbligatorietà dell’uso in alcune Regioni è stata estesa anche ad altri contesti.

In comunità possono essere utilizzate mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate, che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.

L’utilizzo delle mascherine di comunità si aggiunge alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani) che restano invariate e prioritarie.

Non è utile indossare più mascherine chirurgiche sovrapposte. L’uso razionale delle mascherine chirurgiche è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.

Guarda il video Come usare le mascherine

  1. Come devo mettere e togliere la mascherina?

Ecco come fare:

  • prima di indossare la mascherina, lavati le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica
  • copri bocca e naso con la mascherina assicurandoti che sia integra e che aderisca bene al volto
  • evita di toccare la mascherina mentre la indossi, se la tocchi, lavati le mani
  • quando diventa umida, sostituiscila con una nuova
  • puoi riutilizzare la mascherina solo se sulla confezione sono riportate indicazioni, che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance 
  • togli la mascherina prendendola dall’elastico e non toccare la parte anteriore della mascherina; dopo lavati le mani.

Guarda il video Come usare le mascherine.

55.

Quali mascherine devo usare nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria?

Nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici.

56.

La mascherina è obbligatoria anche per i bambini?

Dai sei anni in su anche i bambini devono portare la mascherina e per loro va posta attenzione alla forma evitando di usare mascherine troppo grandi e scomode per il loro viso.

57.

Devo prendere precauzioni particolari quando uso la mascherina?

Prima di indossare la mascherina 

  • lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi
  • indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna
  • posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento
  • accertarsi di averla indossata nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna).

Durante l’uso 

  • se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci
  • se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani
  • non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani.

Quando si rimuove 

  • manipolare la mascherina utilizzando sempre gli elastici o i legacci
  • lavare le mani con acqua e sapone o eseguire l’igiene delle mani con una soluzione alcolica

Nel caso di mascherine riutilizzabili

  • procedere alle operazioni di lavaggio a 60 gradi con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore, se disponibili; talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performancedella mascherina
  • dopo avere maneggiato una mascherina usata, effettuare il lavaggio o l’igiene delle mani.

58.

Che differenza c’è tra le cosiddette mascherine di comunità e le mascherine chirurgiche?

Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.

Le mascherine di comunità, come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2.

59.

È possibile lavare le mascherine di comunità?

È possibile lavare le mascherine di comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi.
Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

60.

Quali sono le caratteristiche che devono avere le mascherine di comunità?

Le mascherine devono:

  • garantire un’adeguata barriera per naso e bocca
  • essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione
  • devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort.

61.

Quando devo indossare i guanti?

L’utilizzo dei guanti in comunità si aggiunge solamente alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, che restano prioritarie.

L’uso dei guanti “usa e getta” resta comunque raccomandato nelle attività di acquisto, particolarmente per l’acquisto di alimenti e bevande.

Inoltre, nell’ambito dei trasporti, negli ambienti di lavoro e nei cantieri, qualora non fosse possibile mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative, è necessario l’uso delle mascherine e altri dispositivi di protezione (tra cui guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc.) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

62.

Quali precauzioni devo prendere per un corretto utilizzo dei guanti?

L’uso dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio.

Quindi, sì all’utilizzo dei guanti a patto che:

  • non sostituiscano la corretta igiene delle mani, che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi
  • siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati
  • come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi
  • siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato
  • non siano riutilizzati.

63.

Come posso smaltire mascherine e guanti dopo l’utilizzo?

Al momento, non è noto il tempo di sopravvivenza dei coronavirus nei rifiuti. Per precauzione quindi, mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati ma sempre posti prima dentro almeno due sacchetti (uno dentro l’altro) o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica, per evitare eventuali contatti da parte degli operatori ecologici.

64.

Come devono essere smaltiti mascherine, guanti e altri rifiuti se in casa ci sono persone positive o in quarantena?

Nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, deve essere interrotta la raccolta differenziata, e tutti i rifiuti domestici, indipendentemente dalla loro natura (includendo fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti), devono essere considerati indifferenziati e pertanto gettati all’interno del contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata (se possibile a pedale), ponendoli prima dentro almeno due sacchetti resistenti chiusi (uno dentro l’altro), per evitare contatti da parte degli operatori ecologici.

Nelle abitazioni in cui, invece, non sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, si raccomanda di mantenere le procedure in vigore nel territorio di appartenenza, non interrompendo la raccolta differenziata.
scopo cautelativo, tuttavia, fazzoletti, mascherine e guanti eventualmente utilizzati dovranno essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati.

65.

In ambito sanitario quali dispositivi di protezione individuale (DPI) si devono usare e chi dovrebbe usarli?

L’Istituto Superiore di Sanità ha emanato un documento riguardante i DPI e i dispositivi medici raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 in contesto lavorativo (operatori sanitari, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio, pazienti con/senza sintomi, accompagnatori, ambulanzieri etc.) e destinatari dell’indicazione. Consulta il documento

  1. Esiste un trattamento per un nuovo Coronavirus?

Allo stato attuale, non esiste un trattamento specifico per la malattia causata dal nuovo coronavirus.

Il trattamento resta principalmente basato su un approccio sintomatico, fornendo terapie di supporto (ad es. ossigenoterapia, gestione dei fluidi) alle persone infette, che può essere molto efficace.

Sono in corso diverse sperimentazioni cliniche per il trattamento della malattia COVID-19. L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) fornisce sul proprio sito informazioni riguardo ai farmaci che vengono resi disponibili per i pazienti COVID-19. Consulta la pagina dedicata sul sito dell’AIFA.

67.

Gli antibiotici possono essere utili per prevenire l’infezione da nuovo Coronavirus?

No, gli antibiotici non sono efficaci contro i virus, ma funzionano solo contro le infezioni batteriche.

68.

La terapia anti-ipertensiva con ACE inibitori o sartani o quella con anti infiammatori non steroidei (es. ibuprofene) peggiora la malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene o farmaci anti-ipertensivi e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, si raccomanda di non modificare le terapie in atto.

69.

Esistono iniziative di sostegno psicologico per le persone in questo momento di stress legato alla COVID-19

Dal 27 aprile è operativo il numero verde di supporto psicologico 800.833.833, attivato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile. Il numero, raggiungibile anche dall’estero al 02.20228733 è attivo tutti i giorni dalle 8 alle 24. Saranno previste modalità di accesso anche per i non udenti.

Per approfondire vai alla pagina Numero verde di supporto psicologico sito tematico Nuovo Coronavirus del Ministero della salute

70.

Sottoporsi privatamente ad analisi di sangue o altri campioni biologici permette di sapere se si è contratto il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)?

Allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA virale nel tampone rino-faringeo. I tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 possono essere erogati solo da operatori specializzati, che fanno capo al dipartimento di prevenzione della ASL competente per territorio e l’analisi molecolare per infezione da SARS-CoV-2 va eseguita presso i laboratori di riferimento regionali e laboratori aggiuntivi individuati dalle Regioni secondo le modalità e le procedure concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità.

test sierologici, pur risultando importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, non sono attualmente dirimenti per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza anticorpi, non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2, quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2.

71.

Posso sottopormi a test rapidi o ad analisi per la ricerca di anticorpi contro SARS-CoV-2?

Allo stato attuale il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ritiene che l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo.

I test sierologici, pur risultando importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, non sono attualmente dirimenti per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza anticorpi, non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2, quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2.

Inoltre, si conferma che non esiste alcun test rapido basato sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi di contagio virale o di COVID-19.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione; i risultati relativi a quest’attività di screening saranno disponibili nelle prossime settimane.

  1. Cosa è raccomandato ai viaggiatori?

Viaggi da e per l’estero 

Dal 18 maggio e fino al 2 giugno 2020, sono vietati gli spostamenti da e per l’estero, con mezzi di trasporto pubblici e privati, salvo che

  • per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza
  • per motivi di salute
  • negli ulteriori casi individuati con provvedimenti
  • per il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Dal 3 giugno 2020, sono consentiti gli spostamenti da e per l’estero.

Gli spostamentri possono essere limitati solo con provvedimenti adottati in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali.

Spostamenti tra lo Stato della Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti

Gli spostamenti tra lo Stato della Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni con essi confinanti non sono soggetti ad alcuna limitazione.

Per approfondire

  1. Quali sono le raccomandazioni dell’OMS per i Paesi?

L’OMS incoraggia tutti i Paesi a rafforzare le misure preventive, la sorveglianza attiva, l’individuazione precoce dei casi, il loro isolamento seguendo adeguate procedure gestionali e di contenimento, e il rintraccio accurato dei contatti per prevenire l’ulteriore diffusione.

I Paesi sono invitati a continuare a migliorare la loro preparazione alle emergenze sanitarie in linea con il Regolamento sanitario internazionale (2005) e a condividere le informazioni sui casi e sulle misure implementate.

  1. Dove si stanno verificando i casi di COVID-19?

L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il focolaio internazionale di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è una pandemia.

La situazione epidemiologica è in costante evoluzione. Ogni giorno l’OMS pubblica alla pagina Coronavirus disease (COVID-2019) situation reports l’aggiornamento epidemiologico della malattia.

Approfondimenti alle pagine sito tematico Nuovo Coronavirus:

  1. Quale dispositivo di monitoraggio è stato introdotto per questo virus a livello nazionale?

Per la gestione della Fase 2 è stato attivato uno specifico sistema di monitoraggio, introdotto con il decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020, sui dati epidemiologici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali. Il monitoraggio è elaborato dalla cabina di regia costituita da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni.

In Italia, è attiva fin dall’inizio dell’epidemia inoltre la sorveglianza specifica per questo virus a livello nazionale.

La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’OMS, l’ECDC, la Commissione Europea e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento nel Portale www.salute.gov.it/nuovocoronavirus.

In considerazione della dichiarazione di “Emergenza internazionale di salute pubblica” da parte della OMS, il 31 gennaio 2020 il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’infezione da Coronavirus.

76.

Quali sono le misure previste per gli ingressi in Italia?

Fino al 2 giugno chiunque intenda fare ingresso in Italia, tramite trasporto di linea aereo, marittimo, lacunale, ferroviario o terrestre o con mezzo privato, è tenuto, ai fini dell’accesso al servizio, a consegnare al vettore all’atto dell’imbarco una dichiarazione con l’indicazione chiara e dettagliata, tale da consentire di verificare da parte dei vettori o armatori:

  • i motivi del viaggio
  • l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario
  • il mezzo di trasporto privato utilizzato per raggiungerla
  • il recapito telefonico, anche mobile, presso cui ricevere le comunicazioni durante l’intero periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario.

Le persone, che fanno ingresso in Italia anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicarlo immediatamente al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio e sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni presso l’abitazione o la dimora indicata all’atto dell’imbarco. In caso di insorgenza di sintomi COVID-19, sono obbligate a segnalare tale situazione con tempestività all’Autorità sanitaria per il tramite dei numeri telefonici appositamente dedicati.

Obblighi per vettori e armatori

I vettori e gli armatori acquisiscono e verificano prima dell’imbarco la documentazione richiesta al viaggiatore, provvedendo alla misurazione della temperatura dei singoli passeggeri e vietando l’imbarco se manifestano uno stato febbrile, nonché nel caso in cui la documentazione non sia completa.
Sono inoltre tenuti ad adottare le misure organizzative che assicurano in tutti i momenti del viaggio una distanza interpersonale di almeno un metro tra i passeggeri trasportati e a promuovere l’utilizzo da parte dell’equipaggio e dei passeggeri dei mezzi di protezione individuali, con contestuale indicazione delle situazioni nelle quali gli stessi possono essere temporaneamente rimossi. Il vettore aereo provvede, al momento dell’imbarco, a dotare i passeggeri, che ne risultino sprovvisti, dei dispositivi di protezione individuale.

Tali disposizioni non si applicano:

  • all’equipaggio dei mezzi di trasporto
  • al personale viaggiante appartenente ad imprese aventi sede legale in Italia
  • al personale sanitario in ingresso in Italia per l’esercizio di qualifiche professionali sanitarie, incluso l’esercizio temporaneo
  • ai lavoratori transfrontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora.

Per approfondire:

  1. Quali misure di prevenzione sono state introdotte verso i donatori di sangue per questo virus a livello nazionale?

Il Centro nazionale sangue ha disposto misure specifiche volte all’applicazione, da parte dei sanitari, dei criteri di sospensione temporanea dei donatori provenienti dalle aree interessate.

78.

Sono un donatore di sangue. Come mi devo comportare?

Il sangue si può donare solo se si è in buone condizioni di salute, quindi anche un semplice raffreddore o mal di gola, senza alcun collegamento al Coronavirus, sarebbe causa di esclusione temporanea.

Prima di recarti a donare contatta il Centro trasfusionale o l’Associazione di riferimento e verifica direttamente la possibilità di prenotare la donazione.

Ricorda che è bene aspettare almeno 14 giorni prima di andare a donare se:

  • sei rientrato di recente da un viaggio da qualsiasi territorio  internazionale, ivi inclusa la Repubblica Popolare Cinese, o anche per spostamenti in ambito nazionale
  • pensi di essere stato esposto al rischio di infezione da Coronavirus per contatto con una persona con infezione documentata da coronavirus o hai dovuto rispettare l’obbligo dell’isolamento domiciliare fiduciario e, in tal caso, sarai riammesso alla donazione in assenza di altre condizioni che possono prolungare l’isolamento
  • hai avuto comparsa di sintomatologia compatibile con infezione da SARS-CoV-2 o hai effettuato la terapia per l’infezione da SARS-CoV-2 per infezione documentata. In tal caso sarai riammesso alla donazione solo dopo documentata guarigione (negatività test Covid 19 ripetuto a distanza di 24 ore).

Quando vai a donare avverti sempre il medico selezionatore dei tuoi spostamenti.

Comunica, inoltre, se ti è stata diagnosticata l’infezione o se hai avuto sintomi associabili a quelli causati dal Coronavirus (febbre, tosse, difficoltà respiratorie) anche quando i sintomi in questione siano già stati risolti a seguito, o meno, di una terapia; il medico addetto alla selezione, che ti visiterà, potrà decidere di sospenderti temporaneamente dalla donazione.

Se hai già donato, ricordati di contattare il tuo Servizio Trasfusionale in caso di comparsa di sintomi associabili a quelli causati dal Coronavirus.

  1. Ci sono limitazioni agli spostamenti per chi va a donare il sangue, il plasma o le piastrine?

La donazione del sangue e degli emocomponenti è considerata inclusa tra le motivazioni di assoluta urgenza”, e sono quindi consentiti gli spostamenti dei donatori che si recano presso le sedi di raccolta pubbliche e associative.

Una specifica circolare del Ministero della Salute ricorda anche che, analogamente, è necessario consentire gli spostamenti del personale associativo presso le unità di raccolta.

Sono state fornite dal Centro Nazionale Sangue anche specifiche raccomandazioni per evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa, richiamando l’obbligo del mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro e raccomandando la prenotazione on line da parte dei donatori al fine di favorire la continuità dell’attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Il Centro nazionale sangue con l’appello “Si può donare in sicurezza” invitata a continuare ad andare a donare sangue.

  1. Quali misure di prevenzione sono state adottate per la donazione di organi e tessuti?

Il Centro Nazionale Trapianti ha disposto sin dai primi giorni dell’emergenza il rafforzamento della sorveglianza infettivologica per evitare la trasmissione del nuovo Coronavirus da donatore a ricevente.
Ad oggi, le indicazioni prevedono di eseguire test specifici (come la ricerca del virus nel broncolavaggio alveolare) su tutti i donatori deceduti segnalati nelle rianimazioni e terapie intensive del nostro Paese.
Anche l’attività di donazione e trapianto da vivente continua ad essere operativa; per questa tipologia di donazione è stata disposta la ricerca del SARS-CoV-2 su tampone oro-faringeo o rino-faringeo da eseguire nei 7 giorni prima del prelievo dell’organo.
In particolare:

  • Nei riceventi asintomatici il tampone per la ricerca di SARS-CoV-2 sulle secrezioni respiratorie è suggerito, in via precauzionaleentro 72 ore dalla data prevista del trapiantodi organo da donatore vivente.
  • Per i riceventiin attesa di trapianto di organo da donatore decedutoasintomatici o per i quali si possa escludere contatti con soggetti affetti da COVID19, la decisione sull’esecuzione del tampone per la ricerca di SARS-CoV-2 sulle secrezioni respiratorie è lasciata al
  • Per tutti i riceventi, sintomatici o paucisintomatici per COVID-19o che abbiamo avuto contatti con soggetti positivi per SARS-CoV-2, è necessario effettuare il tampone rinofaringeo per la ricerca di SARS-CoV-2 sulle secrezioni respiratorie prima del trapianto.
  1. Come si deve comportare chi ha ricevuto un trapianto?

In aggiunta alle “Raccomandazioni per la prevenzione“, il CNT raccomanda di adottare comportamenti simili a quelli consigliati nelle fasi precoci del post-trapianto e di evitare luoghi di grande assembramento di persone (qualora questo non fosse possibile, utilizzare dispositivi di protezione come le mascherine). Il paziente trapiantato può sempre fare riferimento al centro che lo ha in cura e rivolgersi al proprio medico in caso di necessità.

  1. Le donazioni di cellule staminali emopoietiche sono sospese?

No, le donazioni non si fermano durante l’emergenza Coronavirus. Se si è già iscritti al Registro IBMDR e si è stati selezionati per passare ai successivi screening, i centri hanno organizzato un percorso protetto per i donatori di midollo osseo, separato dalle zone dedicate alla cura dei pazienti Covid. Quindi, si può andare in ospedale in tutta sicurezza. Anche chi vuole iscriversi al Registro IBMDR e risponde ai primi requisiti necessari (avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, pesare più di 50 kg ed essere in buona salute) lo può fare. Si ricorda che sono attivi dei servizi di pre-registrazione online e che quando si verrà chiamati in ospedale per il prelievo di sangue (necessario per ricavare il profilo genetico) sono stati previsti dei percorsi protetti all’interno delle strutture ospedaliere. Per approfondire, si può consultare la pagina del Registro IBMDR.
Ovviamente, il donatore (sia volontario, iscritto al Registro IBMDR, che familiare) che risulti positivo al Covid-19 in seguito a tampone non può procedere al prelievo di cellule staminali emopoietiche.

83.

Quali tutele per i pazienti in attesa di ricevere un trapianto di cellule staminali emopoietiche?

Su tutti i pazienti in attesa di un trapianto (autologo e allogenico), anche se asintomatici, viene eseguito il tampone rinofaringeo per la ricerca di SARS‐CoV‐2 sulle secrezioni respiratorie entro le 72 ore prima dell’inizio del regime di condizionamento (procedura necessaria al trapianto).

84.

Cosa devono sapere sull’emergenza Covid-19 pazienti, operatori sanitari e cittadini?

Il Centro Nazionale trapianti ha elaborato una pagina in costante aggiornamento dove si possono trovare notizie e informazioni utili su Coronavirus e trapianti

  1. Ho una malattia rara, sono più a rischio di contrarre il virus da COVID -19?

Non tutte le malattie rare presentano condizioni cliniche che aumentano il rischio di contrarre il virus o una maggiore probabilità di andare incontro a un decorso clinico più grave rispetto al resto della popolazione.

Ci sono però alcuni gruppi di malati rari che presentano un rischio aumentato, in particolare, i bambini e adulti con deficit immunitari, disabilità neuromotoria, patologie respiratorie croniche, cardiopatie, con malattie ematologiche, con patologie metaboliche ereditarie a rischio di scompenso acuto o portatori di dispositivi medici, i malati oncologici o onco-ematologici, per le quali il Ministero della Salute, su iniziativa del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile, ha redatto le Raccomandazioni, in relazione all’emergenza da COVID-19.

  1. Non riesco contattare il mio medico di riferimento, chi posso contattare?

In presenza di quesiti strettamente correlati a specifiche malattie rare, si consiglia di contattare telefonicamente il proprio medico specialista di riferimento o  in alternativa, qualora non sia reperibile, i punti infomantivi regionali dedicati alle malattie rare.
L’Istituto Superiore di Sanità, e in particolare il Centro Nazionale Malattie Rare, rimane vicino ai malati rari e alle loro famiglie, ed è disponibile ad accogliere tutte le richieste attraverso il Telefono Verde Malattie Rare 800 89 69 49 – tvmr@iss.it – email dedicata a persone sorde tvmrlis@iss.it. Il servizio di counseling telefonico attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

  1. Le donne in gravidanza sono più suscettibili alle infezioni o hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di COVID-19?

Non sono riportati dati scientifici sulla suscettibilità delle donne in gravidanza al virus. La gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da SARS-CoV-2. Inoltre le donne in gravidanza potrebbero mostrare un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di infezioni respiratorie virali.

Resta consigliato, anche per le donne in gravidanza, di intraprendere le normali azioni preventive per ridurre il rischio di infezione, come lavarsi spesso le mani ed evitare contatti con persone malate.

  1. Quali sono gli effetti di COVID-19 durante la gravidanza?

Non sono riportati dati scientifici sugli effetti di COVID-19 durante la gravidanza. In caso di infezione in corso di gravidanza da altri coronavirus correlati [SARS-CoV e MERS-CoV] sono stati osservati casi di aborto spontaneo mentre la presenza di febbre elevata durante il primo trimestre di gravidanza può aumentare il rischio di difetti congeniti.

  1. Le donne in gravidanza con COVID-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato?

Dai dati presenti in letteratura, limitati, non sono stati riportati casi di trasmissione dell’infezione da altri coronavirus (MERS-CoV e SARS-CoV) da madre a figlio. I dati recenti riguardo bambini nati da madri con COVID-19 indicano che nessuno di essi è risultato positivo. Inoltre, il SARS- CoV- 2 non è stato rilevato nel liquido amniotico.

  1. I bambini presentano un maggior rischio di infezione?

Attualmente, non ci sono prove che i bambini siano più suscettibili all’infezione da nuovo coronavirus. Secondo uno studio recente, effettuato in Cina, la maggior parte dei casi confermati di COVID-19 segnalati si è verificata negli adulti.

Tuttavia, come per altre malattie respiratorie, alcune popolazioni di bambini possono essere a maggior rischio di infezione grave, come ad esempio i bambini in condizioni di salute già compromesse da altre patologie.

Anche i bambini devono, quindi, adottare le misure raccomandate per prevenire l’infezione, in particolare la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcol ed evitare il contatto con persone malate.

91.

Cosa possono fare i genitori per proteggere i bambini dall’infezione?

Potete incoraggiare i vostri figli a contribuire a fermare la diffusione di COVID-19 insegnandogli le norme di igiene e prevenzione delle infezioni:

  • lavare spesso le mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcool
  • evitare il contatto con persone malate (febbre, tosse, starnuti)
  • pulire e disinfettare quotidianamente le superfici più utilizzate nelle aree comuni della casa (ad esempio tavoli, sedie con schienale rigido, maniglie delle porte, interruttori della luce, telecomandi, scrivanie, bagni, lavandini)
  • lavare gli oggetti di uso comune, compresi i peluche lavabili, secondo le istruzioni del produttore. Utilizzare la temperatura maggiore consentita, e asciugare completamente.

Fonte CDC

  1. Cosa possono fare i genitori per promuovere l’attività fisica?

In questa fase di emergenza caratterizzata dal lungo tempo da trascorrere a casa, è particolarmente importante proporre ai bambini alcune attività e giochi di movimento. L’esercizio fisico, inteso come gioco di movimento, ha un ruolo prioritario per la salute in età evolutiva e, oltre ad essere divertente, contribuisce a migliorare le condizioni di salute fisica e a promuovere il benessere psicologico, funzionali al raggiungimento di una crescita sana.

In questo momento, giochi di movimento, più o meno strutturati, da svolgere insieme a casa, possono essere quindi molto utili per affrontare con maggiore serenità tale situazione particolare: possono infatti aiutare bambini e ragazzi ad elaborare emozioni e vissuti a volte difficili da esternare in quanto attraverso il gioco possono trovare espressione emozioni, stati d’animo e vissuti sia piacevoli che spiacevoli.

Per promuovere l’attività fisica i genitori possono:

  • dare l’esempio, se i genitori sono attivi anche i figli lo saranno
  • scegliere attività adeguate all’età e allo sviluppo
  • creare luoghi sicuri in cui giocare
  • evitare l’utilizzo di televisori, tablet e cellulari per i bambini fino a 4 anni. Limitare per i bambini e i ragazzi l’utilizzo dei device a determinate ore del giorno e a un massimo di 2 ore al giorno, oltre al tempo necessario per lo svolgimento dell’attività didattica.

Consulta il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, dove sono presenti approfondimenti per fasce di età:

Fonte ISS

93.

Quali servizi sono a disposizione per le persone fragili?

Sul territorio sono disponibili:

  • Il servizio di consegna dei farmaci a domicilio. Può contattare il numero verde 800 06 55 10 (attivo h24, 7 giorni su 7), che a sua volta contatta il comitato della Croce rossa più vicino. I volontari, riconoscibili in uniforme, ritirano la ricetta presso lo studio medico o acquisiscono il numero NRE e il codice fiscale del destinatario e si recano in farmacia. I medicinali vengono poi consegnati in busta chiusa all’utente, che provvede a corrispondere l’eventuale costo del medicinale anticipato al farmacista dai volontari. Il servizio è completamente gratuito. Attraverso la consegna a domicilio è inoltre possibile richiedere lo scontrino fiscale da utilizzare per le detrazioni fiscali.
  • Il servizio di spesa a domicilio a favore degli anziani soli e delle persone immunodepresse. È sufficiente anche in questo caso contattare il numero verde 800 06 55 10.
  • Gli operatori rispondono anche per informazioni sui comportamenti corretti da rispettare e l’iter da seguire in caso di contatto stretto con soggetti positivi. Le richieste prevedono l’intervento dei medici per una prima assistenza telefonica e per l’attivazione delle strutture ospedaliere. È disponibile un servizio di supporto psicologico per affrontare le emozioni durante il momento difficile di questa emergenza.
  1. Cosa è stato fatto per le persone con malattie renali?

La Fondazione italiana del rene (Fir), in collaborazione con la Società italiana di nefrologia (Sin) e il patrocinio del Centro nazionale trapianti, ha attivato il numero verde 800 822 515, per rispondere alle domande e ai dubbi dei pazienti nefropatici sull’emergenza coronavirus (come devono proteggersi e cosa fare in presenza di sintomi sospetti).

95.

Le persone con neoplasie sono a maggior rischio di contrarre COVID-19?

Anche se i dati attualmente disponibili sono estremamente limitati, sembra che tali pazienti presentino un maggior rischio di contrarre l’infezione e possano andare incontro ad una forma più severa della malattia. Il documento Raccomandazioni per la gestione dei pazienti oncologici e onco-ematologici in corso di emergenza da COVID-19 fornisce indicazioni sia per i pazienti che hanno completato il percorso terapeutico sia per i pazienti ancora in trattamento.

96.

Quali sono i consigli per le persone con neoplasie?

Ai pazienti oncologici si raccomanda di:

  • osservare un’accurata e frequente igiene delle mani
  • evitare, ove possibile, luoghi affollati
  • indossare la mascherina chirurgica fuori dal domicilio, in particolare quando si rende necessario recarsi in ospedale per visite, esami e/o trattamenti
  • ridurre al minimo, per quanto possibile, il tempo trascorso in strutture ospedaliere, favorendo le consultazioni a distanza
  • nel caso si presenti una sintomatologia che possa far sospettare di aver contratto l’infezione da Covid-19, si raccomanda di contattare telefonicamente il proprio medico curante e/o lo specialista che valuterà se apportare eventuali modifiche al trattamento
  • le terapie in corso non devono mai essere sospese autonomamente.

97.

Le persone con neoplasie possono recarsi al lavoro?

Si, è possibile recarsi al lavoro ma si raccomanda che venga garantita una distanza sociale di almeno un metro.

98.

Cosa prevede il Decreto Legge 17 marzo 2020?

Il DL 17 marzo 2020 per i lavoratori pubblici o privati con patologie oncologiche o sottoposti a terapie salvavita, con disabilità grave, o immunodepressi, se in possesso di idonea certificazione prevede:

  • il diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione
  • estensione dei giorni di permesso retribuito ex lege 104/1992 da 12 a 18 giorni complessivi fruibili a scelta nei mesi di marzo o aprile 2020
  • la possibilità di assentarsi dal lavoro fino al 30 aprile 2020; l’assenza dal servizio sarà equiparata al ricovero ospedaliero.

Per ulteriori quesiti e richieste di chiarimenti su aspetti normativi o procedimentali o richieste di informazioni relative a servizi su singole pratiche è possibile consultare il sito dell’INPS alla pagina dedicata: Inps risponde

99.

Le persone con HIV (PLWHIV) sono più a rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2?

Ad oggi non ci sono sufficienti dati per affermare che una persona con HIV presenti un maggior rischio di contrarre l’infezione da nuovo coronavirus.

100.

Le persone con Hiv sono più a rischio di sviluppare la COVID-19?

Le persone con HIV in trattamento antiretrovirale efficace, con un numero di CD4 maggiore di 500 e con viremia controllata, per i dati oggi a disposizione, non hanno un rischio di peggior decorso rispetto a una persona HIV-negativa. Però, come per la popolazione generale, hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia, le persone anziane e quelle con patologie sottostanti, quali ipertensione, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori, trapiantati).
Sono da considerarsi immunodepresse e quindi teoricamente potrebbero essere più esposte a complicanze e ad un decorso più severo di COVID-19, le persone con HIV con un numero di CD4 minore di 500, indipendentemente dal trattamento antiretrovirale, anche se al momento non ci sono casi che lo confermino. A queste persone si applica in modo particolarmente stringente l’indicazione di rimanere in casa.

  1. I farmaci antiretrovirali assunti dalle persone con HIV possono proteggere dal SARS – CoV-2 e impedire che si sviluppi la malattia COVID-19?

Al momento non esistono evidenze che gli antiretrovirali utilizzati nella terapia di COVID-19 (inibitori delle proteasi) possano fornire protezione efficace contro il contagio da SARS-Cov-2 nelle persone che li assumono per l’infezione da HIV.

102.

Le persone con HIV quali comportamenti devono adottare?

Non ci sono indicazioni specifiche per le persone con HIV, occorre attenersi alle misure igienico sanitarie indicate dal Ministero della Salute e alla indicazione di rimanere il più possibile in casa e uscire solo in caso di comprovata necessità. Ciò si applica con maggior forza alle persone con HIV immunodepresse (CD4<500).

103.

Le persone con HIV si possono recare presso i centri clinici per visite programmate, prelievi o per ritirare i farmaci?

I centri di Malattie Infettive, che generalmente curano le persone con HIV, oggi sono in prima linea nel fronteggiare la pandemia. Per questo molti centri hanno modificato la loro operatività e adottato procedure locali per l’assistenza ordinaria, la consegna dei farmaci antiretrovirali, i prelievi e la gestione delle urgenze delle persone con HIV. Verificate con il vostro medico/centro come comportarvi. Per tutto ciò che non riveste carattere di urgenza, molti centri hanno provveduto a posticipare gli appuntamenti.
Le modifiche delle normali procedure sono state adottate al fine di ridurre l’afflusso di persone presso gli ospedali,come da indicazioni di sanità pubblica diramate a tutta la popolazione. Naturalmente, se avete concordato la necessità di recarvi al centro clinico, ricordate di portare con voi l’autocertificazione necessaria per ogni spostamento.

Informazioni più specifiche su alcuni centri italiani.

104.

Sono una persona con HIV. A chi posso rivolgermi in caso di sintomatologia riferita a una possibile malattia COVID-19?

Le persone con HIV in caso di sintomatologia sospetta da COVID-19 devono rivolgersi telefonicamente al proprio medico di medicina generale o ai numeri di pubblica utilità messi in campo dalle Regioni per ottenere consulenza specifica sulle procedure da seguire.

 

105.

Le persone immunodepresse sono più a rischio di contrarre l’infezione da COVID-19?

Sì, i soggetti affetti da immunodeficienze (congenite o secondarie, riceventi un trapianto di organo solido o cellule staminali emopoietiche, affetti da malattie autoimmuni in trattamento con farmaci ad azione immuno-soppressiva), così come quelli affetti da patologie oncologiche o onco-ematologiche, sono soggetti particolarmente a rischio in caso d’infezione da virus respiratori, sia per quanto riguarda la morbilità (sviluppo di quadri d’infezione gravi, inclusi polmonite e rischio di insufficienza respiratoria) che la mortalità.

106.

Quali sono le raccomandazioni per le persone immunodepresse?

Il Ministero della Salute ha elaborato il 27 marzo 2020 la Circolare Raccomandazioni per la gestione dei pazienti immunodepressi residenti nel nostro Paese in corso di emergenza da COVID-19 .

Le raccomandazioni sono rivolte alle seguenti classi di pazienti:

  • Pazienti sottoposti a trapianto di organo solido o a trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE).
  • Pazienti con immunodeficienza primitiva (compresi immunodeficienza comune variabile, CVID).
  • Pazienti con infezione connatale o acquisita da HIV.
  • Pazienti che per qualsiasi condizione (es. patologie autoimmuni o, più in generale, immunomediate) stiano assumendo cronicamente trattamenti immunosoppressivi (es. farmaci inibitori della calcineurina, micofenolato, azatioprina, ciclofosfamide, methotrexate, steroidi a dose ≥1 mg/Kg, modificatori della risposta biologica come anticorpi monoclonali inducenti alterazioni di numero e funzione delle cellule dell’immunità innata o adattiva).

107.

I fumatori e i consumatori di tabacco sono più a rischio di infezione da COVID-19?

È probabile che i fumatori siano più vulnerabili al virus SARS-CoV-2 in quanto l’atto del fumo fa sì che le dita (ed eventualmente le sigarette contaminate) siano a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. I fumatori possono anche avere già una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi, come la polmonite.

  1. Quando è necessario effettuare il tampone per la ricerca del SARS-CoV-2?

L’indicazione ad eseguire il tampone è posta dal medico in soggetti sintomatici per infezione respiratoria acuta e che soddisfino i criteri indicati nella circolare del Ministero della Salute del 9 marzo 2020 e secondo le priorità identificate dalla circolare del 3 aprile 2020. Tra i criteri rientrano: il contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19, la provenienza da aree con trasmissione locale, il ricovero in ospedale e l’assenza di un’altra causa che spieghi pienamente il quadro clinico. Per quanto attiene alle priorità nell’esecuzione dei tamponi bisogna considerare le persone che presentano sintomi respiratori e febbre o sintomi lievi (“paucisintomatici”), i contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici di un caso confermato di COVID-19, gli operatori sanitari, i pazienti fragili e quelli ospedalizzati.

 

109.

Chi si occupa dell’erogazione dei tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 sul territorio?

I tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 non vengono erogati dal numero di pubblica utilità del Ministero della Salute 1500, né direttamente dal medico di medicina generale (MMG), dal pediatra di libera scelta (PLS) o dalla guardia medica, ma da operatori specializzati che fanno capo al dipartimento di prevenzione della Asl competente per territorio.

In caso di dubbi o sintomi contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia. Se il medico riterrà opportuno effettuare un test, fornirà indicazioni su come procedere per l’eventuale segnalazione alla Asl di competenza.

110.

  1. È vero che gli anziani sono i più colpiti dal nuovo coronavirus?

I dati statistici indicano che finora le persone over 65 si sono ammalate di più di quelle più giovani e che la sintomatologia è stata più grave. Questo probabilmente è dovuto al fatto che le persone anziane spesso convivono con più patologie contemporaneamente (ad esempio ipertensione, diabete, etc) e contrarre l’infezione da nuovo coronavirus può determinare in loro uno squilibrio generale che può portare a conseguenze più serie che nel resto della popolazione.

111.

  1. Ho bisogno di farmaci e non posso uscire: a chi posso rivolgermi?

E’ stato attivato sul territorio un servizio di assistenza per le persone fragili. Per il servizio di consegna dei farmaci a domicilio si può contattare il numero verde 800 06 55 10 (attivo h24, 7 giorni su 7), che a sua volta contatta il comitato della Croce rossa più vicino. I volontari, riconoscibili in uniforme, ritirano la ricetta presso lo studio medico o acquisiscono il numero NRE e il codice fiscale del destinatario e si recano in farmacia. I medicinali vengono poi consegnati in busta chiusa all’utente, che provvede a corrispondere l’eventuale costo del medicinale anticipato al farmacista dai volontari. Il servizio è completamente gratuito. Attraverso la consegna a domicilio è inoltre possibile richiedere lo scontrino fiscale da utilizzare per le detrazioni fiscali.

112.

  1. Sono una persona anziana e abito da sola, come posso fare per avere la spesa a domicilio?

Per le persone anziane sole e per le persone immunodepresse è stato attivato un servizio di spesa a domicilio. Per usufruirne basta contattare il numero verde 800 06 55 10.

113.

A chi mi posso rivolgere per avere informazioni sui comportamenti corretti da seguire e l’iter da rispettare in caso avessi avuto un contatto con persone positive?

Puoi chiamare il numero verde 800.065.510 attivato per l’assistenza alle persone fragili. Gli operatori rispondono anche per informazioni sui comportamenti corretti da rispettare e l’iter da seguire in caso di contatto stretto con soggetti positivi. Le richieste prevedono l’intervento dei medici per una prima assistenza telefonica e per l’attivazione delle strutture ospedaliere. È disponibile un numero verde di supporto psicologico 800.833.833 per affrontare le emozioni durante il momento difficile di questa emergenza. Il Ministero della Salute, inoltre, ha attivato il numero gratuito di pubblica utilità 1500 dove operatori sanitari rispondono alle domande dei cittadini.

114.

  1. Prendo più farmaci per curare malattie croniche, questo mi rende più debole e più esposta al rischio di prendere l’infezione da nuovo coronavirus? Devo sospendere la mia terapia?

I farmaci per la cura delle patologie croniche di cui si è affetti sono importanti per tenere sotto controllo sintomi e malattia, quindi non vanno sospesi salvo diversa indicazione del medico curante.

115.

  1. Soffro di ipertensione e sono in cura con ACE inibitori e sartani: è vero che se mi infetto con il nuovo coronavirus questi farmaci peggiorano la gravità della malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego di farmaci anti-ipertensivi e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, si raccomanda di non modificare le terapie in atto e di rivolgersi al proprio medico curante per qualsiasi dubbio.

  1. Per curare e diminuire i dolori articolari il medico mi ha prescritto dei farmaci anti infiammatori non steroidei (es. ibuprofene): è vero che peggiorano la malattia COVID-19?

Attualmente non ci sono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Quindi, in base alle conoscenze attuali, si raccomanda di non modificare le terapie in atto e di rivolgersi al proprio medico curante per qualsiasi dubbio.

117.

  1. Ho fatto il vaccino antipneumococcico, sono immune dall’infezione da nuovo coronavirus?

 

Il vaccino antipneumococcico previene la polmonite da pneumococco, ma attualmente non esistono evidenze che abbia un ruolo nella prevenzione dell’infezione da nuovo coronavirus.

118.

Il vaccino contro l’influenza stagionale mi protegge anche dal nuovo coronavirus?

No, il nuovo coronavirus e il virus dell’influenza stagionale sono due virus diversi. Il vaccino contro i ceppi di influenza stagionale non è quindi efficace contro il virus che determina la malattia COVID-19.. Tuttavia, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata perchè ha un duplice vantaggio: facilita la distinzione tra le due malattie e protegge le persone a rischio dallo sviluppo di forme gravi di influenza

119.

Le donne in gravidanza affette da COVID-19 devono necessariamente effettuare un parto cesareo?

In relazione alle attuali limitate conoscenze e agli esiti dell’unico studio effettuato in Cina in cui non è stata dimostrata la presenza del SARS-CoV-2 in sangue da cordone ombelicale, liquido amniotico e latte materno, non vi è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne affette da COVID-19 e rimangono valide le indicazioni attuali al taglio cesareo.

Considerando, inoltre, che il taglio cesareo rappresenta un fattore di rischio indipendente per la mortalità materna, è opportuno valutare accuratamente tale modalità di parto nelle donne gravide affette da COVID-19.

120.

Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono avere contatti con il neonato subito dopo la nascita?

Ogni qualvolta sia possibile, l’opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e neonato, ai fini di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento materno.

Qualora la madre sia paucisintomatica e si senta in grado di gestire autonomamente il neonato, madre e neonato possono essere gestiti insieme. In questo caso, è applicabile il rooming-in per madre e neonato, applicando le normali precauzioni per le malattie respiratorie a trasmissione aerea.

Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato vengono transitoriamente separati.
La decisione di separare o meno madre-neonato va comunque presa per ogni singola coppia tenendo conto dell’informazione-consenso dei genitori, della situazione logistica dell’ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del SARS-CoV-2.

121.

Le persone che soffrono di allergia ai pollini o di allergie in generale hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma grave di COVID-19?

Un’ampia percentuale della popolazione (fino al 15-20%) riferisce sintomi stagionali legati ai pollini, i più comuni dei quali includono congiuntivite, congestione nasale, naso che cola ed a volte starnuti ed eruzioni cutanee. Tutti questi sintomi sono solitamente indicati come raffreddore da fieno, allergia al polline o più appropriatamente rinite allergica. La rinite allergica è comunemente associata all’asma allergica sia nei bambini che negli adulti.

Le forme allergiche più lievi, tra cui anche l’asma allergica lieve, non sono state identificate come uno dei principali fattori di rischio per l’infezione da SARS-CoV-2 o per un esito più sfavorevole negli studi finora disponibili. L’asma da moderata a grave, invece, in cui i pazienti hanno bisogno di cure giornaliere, è inclusa nelle condizioni polmonari croniche che predispongono a malattie gravi.

122.

Le donne positive al test per il nuovo coronavirus possono allattare al seno il proprio bambino?

Qualora la madre sia paucisintomatica, questa potrà allattare al seno adottando tutte le precauzioni possibili per evitare di trasmettere il virus al proprio bambino, lavandosi le mani e indossando una maschera chirurgica mentre allatta. Nel caso si utilizzi latte materno spremuto con tiralatte manuale o elettrico, la madre deve lavarsi le mani e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia degli strumenti dopo ogni utilizzo. Se vi è la possibilità, considerare l’utilizzo di latte umano donato.

Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato dovrebbero essere transitoriamente separati.
In questo caso, andrebbe evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno o il ricorso all’uso di latte umano donato.

Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà non essere effettuata in base alle condizioni generali della madre.

La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso.

L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva, per il proprio neonato, all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale segue protocolli specifici.

123.

Cosa deve fare chi soffre di allergia ed in particolare di asma allergica in questo periodo dell’anno?

I bambini e gli adulti che assumono farmaci di mantenimento per l’asma (ad es. inibitori leucotrienici, corticosteroidi e/o broncodilatatori per via inalatoria) devono continuare il trattamento come prescritto dal medico e non devono interrompere il trattamento a causa del timore di COVID-19. Se sviluppano sintomi compatibili con COVID-19 (come febbre, tosse, mal di gola) dovranno auto-isolarsi, informare il medico e monitorare la loro salute come tutti gli altri. Se si sviluppa una progressiva difficoltà respiratoria, devono richiedere una pronta assistenza medica.

124.

Le persone che soffrono di allergia al polline devono auto-isolarsi se sviluppano i sintomi tipici della rinite allergica?

No, non c’è ragione per le persone che soffrono di allergia ai pollini di auto-isolarsi se sviluppano i sintomi tipici della rinite allergica (congiuntivite, congestione nasale, naso che cola, starnuti). Dovrebbero continuare a seguire le indicazioni generali di distanziamento sociale e consultare un medico se i sintomi peggiorano o se sviluppano febbre o difficoltà respiratorie progressive.

125.

A chi mi posso rivolgere per avere supporto psicologico?

Dal 27 aprile è operativo il numero verde di supporto psicologico 800.833.833, attivato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile, con il sostegno tecnologico offerto gratuitamente da TIM. Al numero verde risponderanno tutti i giorni, dalle ore 8 alle 24, professionisti specializzati, psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti per fornire aiuto e supporto. L’iniziativa punta ad affiancare, in questa fase di isolamento sociale, tutti i servizi di assistenza psicologica garantiti dal SSN: è sicuro, gratuito e organizzato su due livelli di intervento. Il primo livello è di ascolto telefonico e si propone di rispondere al disagio derivante dal Covid-19. L’obiettivo è fornire rassicurazioni e suggerimenti, aiutare ad attenuare l’ansia davanti ad una quotidianità travolta dall’arrivo dell’epidemia e si risolve in un unico colloquio. Per rispondere all’esigenza di fornire un ascolto più approfondito e prolungato nel tempo, le chiamate saranno indirizzate verso il secondo livello di cui fanno parte, oltre ai servizi sanitari e sociosanitari del SSN, molte società scientifiche in ambito psicologico.

Il numero verde sarà raggiungibile anche dall’estero al 02.20228733 e saranno previste modalità di accesso anche per i non udenti.

Se desideri saperne di più consulta la pagina dedicata al numero di supporto psicologico del ministero della Salute

 

126.

Cosa significa che non è consentito accedere ad una funzione religiosa a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti?

Per “contatto” va inteso un “contatto stretto” di un caso probabile o confermato, così come definito dalla Circolare del Ministero della salute del 9 marzo 2020, ovvero:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri
  • un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).

Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima dell’insorgenza della malattia nel caso in esame.

127.

Sono un operatore sanitario che lavora in un reparto COVID-19 posso partecipare alle funzioni religiose?

Sì, l’accesso al luogo della celebrazione è consentito a patto che siano sempre stati impiegati idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) durante l’assistenza sanitaria prestata.

128.

Cosa si intende per quarantena, sorveglianza attiva ed isolamento fiduciario? Quali sono le differenze?

 

La quarantena è un periodo di isolamento e di osservazione di durata variabile che viene richiesta per persone che potrebbero portare con sé germi responsabili di malattie infettive. Il tempo indicato per la quarantena varia a seconda delle diverse malattie infettive relativamente al periodo d’incubazione identificato per quella malattia infettiva.
Per il nuovo coronavirus la misura della quarantena è stata fissata a quattordici giorni.

La quarantena è usata per tenere lontano dagli altri coloro che potrebbero essere stati esposti ad un agente infettivo come SARS-CoV-2. La quarantena aiuta a prevenire la diffusione di malattie da parte di persone potenzialmente infette, prima che sappiano di essere malate.

Le persone in quarantena devono rimanere a casa, monitorare il loro stato di salute e seguire le indicazioni igienico-sanitarie indicate dall’operatore di sanità pubblica e previste dalla normativa vigente.

L’isolamento fiduciario viene utilizzato per separare le persone affette da una malattia contagiosa confermata da quelle che non sono infette.

Le persone che sono in isolamento devono rimanere a casa, separarsi dagli altri conviventi (rimanendo chiusi in una stanza ed utilizzando, se disponibile, un bagno separato), monitorare il loro stato di salute e seguire le indicazioni igienico-sanitarie indicate dall’operatore di sanità pubblica e previste dalla normativa vigente.

La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.

Fonte:

Direzione Generale della Prevenzione sanitaria
in collaborazione con:

  • Centro nazionale sangue
  • Centro nazionale trapianti
  • Sezioni per la lotta all’AIDS del Comitato Tecnico Sanitario
  • Istituto Superiore di Sanità

 

Data di ultimo aggiornamento: 21 maggio 2020

 

Contenuto inserito il 22/05/2020
torna all'inizio del contenuto
torna all'inizio del contenuto
Questo sito è realizzato da Task secondo i principali canoni dell'accessibilità